domenica 27 febbraio 2011

Il pensare prima di dormire

Siamo rimaste in due, io e mia sorella...hanno tentato in tutti i modi di farla crescere, di farla diventare più grande di me, ma sono solo riusciti a deturparla, a stroncarla in due...siamo rimaste in due, le ultime rappresentanti della vecchia guardia. Un tempo eravamo in tante, in più di cento dicevano, ma noi sapevamo che era solo un numero demagogico. Non ci importava quante fossimo, ma quello che rappresentavamo: potenza, modernità, ricchezza e potere. Ogni anno aumentava il numero delle nostre sorelle e ogni anno diventavamo più potenti e ricche come collettivo. Abbiamo visto passare ogni sorta di uomo o donna nelle nostre strade, abbiamo sentito ogni tipo di menestrello cantare della nostra magnificenza e abbiamo visto artisti di vario genere tentare di ricreare la nostra beltade. 
Un tempo eravamo famose, potenti e rinomate. Le nostre braccia si allungavano fino alla Madonna lassù sulla collina, i nostri piedi calpestavo terra fino al mare, le nostre orecchie sentivano voci di lingue diverse e la nostra bocca era agognata da tanti.
Io e le mie sorelle abbiamo visto tutti i tipi di colori politici, abbiamo seguito tutti i tipi di amori, abbiamo visto gonne che coprivano anche le caviglie e minigonne che sembravano quanto mai inutili. Abbiamo sopportato atti di violenza inaudita e manifestazioni di amore puro, ci siamo vantate del nostro primato di cultura, abbiamo fatto scuola alla maggior parte del mondo, abbiamo difeso a spada tratta le nostre tradizioni aprendo le braccia alle nuove culture. Abbiamo visto amputare a nostre simili le braccia perchè non prendessero la scena di vecchie riccastre. Siamo state genitrici di musicisti ed intellettuali, politici e attori, filosofi e mentecatti. Abbiamo confortato cuori affranti e riscaldato quelli di chi aveva un sogno. Siamo state e siamo il baluardo dei mercati di tante genti. Abbiamo lottato fianco a fianco del nostro cugino sceso in piazza, nudo, senza vergogna, abbiamo lasciato che la tecnologia uccidesse le nostre famiglie. Siamo state sempre vigili ai soprusi che il denaro ci voleva imporre, abbiamo visto le nostre strade diventare pericolose, puzzolenti. Abbiamo sopportato la supremazia di genti straniere, abbiamo stretto i denti e ci siamo aiutate l'un l'altra, abbiamo vissuto nella ricchezza e nella miseria più nera. Abbiamo visto giovani spostarsi da noi affascinati da nuovi intrattenimenti. Abbiamo sentito fischiare dal cielo bombe liberatrici e poco tempo dopo l'eco degli ordigni di coloro che non se ne volevano andare. Abbiamo visto ragazzi distratti cadere giù dalle finestre ed innocenti inseguiti e manganellate perchè sognavo un mondo nuovo. Abbiamo sentito parole vuote da una e dall'altra fazione, abbiamo visto l'odio e la rabbia messi a tacere da una coppa vinta. Abbiamo le nostre arterie intasate da ciò che l'uomo moderno chiama sviluppo, tecnologia. Abbiamo sentito storie di nostre cugine lontane più belle, più alte e ricche di noi che ci toglievano splendore e fama. Abbiamo visto le genti che prima facevano la fila per poter stare al nostro cospetto allontanarsi nelle campagne. Hanno provato a darci nuovo valore, ci hanno addobbate per i giorni di festa tentando di farci tornare meravigliose. 
Molti ormai camminano senza neanche guardarci.
Un tempo eravamo potenti, incutevamo timore e rispetto, un tempo eravamo davvero qualcuno. 
Ed ora...ora...non siamo che un pallido ricordo di un sogno. Siamo due vecchie signore malandate, ancora con il loro orgoglio ed il loro fascino, che rimangono erette qui, dove ci hanno concepito, tentando di ricordare alla nostra gente la loro storia. E allora basta mia piccola sorella, chiudi gli occhi mentre io rimango vigile su di essi e sulle nostre terre.

Dormi Garisenda,
dormi.

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