Inizia sempre così: una sera, al bancone del solito bar, le solite facce che si piegano nei soliti discorsi, le solite paranoie riaffiorano alla mente, i soliti problemi galleggiano sul fondo di una birra ormai calda. Inizia sempre così: con una canzone. In questo caso " Elderly woman behind the counter in a small town" dei Pearl Jam. Inizia sempre così: un attimo di epifania che non scorderai perlomeno fino all'inizio del sucessivo ciclo di cinica quotidianità. In quel momento, però, ti trovi a guardare la tua vita dall'alto, di tre quarti; incominci a vederti dall' esterno, come in terza persona, sorridendo del fatto che una delle cose che la tua mente salva dell' infanzia siano i videogiochi, ai tempi innovativi, in terza persona, appunto. Incominci a vederti molto più vecchio di quello che sei in realtà, incominci a sentire uno strano malessere al livello della gola come se avessi il nodo della cravatta stretto, anche se sai benissimo che è impossibile visto che l'ultima volta che l' hai portata è stata al matrimonio di tua cugina sei anni prima. Da un paio di anni è come se tutto intorno a te avesse preso la pozione di Alice per rimpicciolire. Ciò che fino a qualche anno prima pareva sembrarti abbastanza, se non enorme, incomincia, adesso, a starti stretto. Quelle facce, quelle strade, quella birra; anche quel dialetto, quel linguaggio fatto di neologismi noti alla tua schiera e a pochi altri ti sembra volgare, quasi come se fosse una zavorra pesantissima che ti tiene fermo, anche se, ad essere sinceri, tu non avresti poi il desiderio di andare da nessuna parte. Il fatto che le distanze nel mondo si siano accorciate nel giro di una decade grazie alle nuove forme di comunicazione e di diffusione ti ha permesso di conoscere e di agognare di fare quei luoghi tuoi, non nel senso di possedere, ma di far si che essi diventino la tua terra o, meglio, che la tua terra si adegui a loro. Ti rendi conto che i tuoi luoghi non sono ancora pronti per questa evoluzione, ti rendi conto che il tuo desiderio di modernità, di nuovo non potrà mai essere esaudito stando fermi in quei luoghi che hai sempre vissuto.
E così decidi di partire, un viaggio alla scoperta di tutto ciò che il mondo ti può regalare, insegnare e, a volte, far odiare. Giri per un periodo non definito con ritorni sempre meno duraturi e con l'utilizzo di svariate tecniche d'apnea appena varchi la soglia di casa tua. Continui a viaggiare sempre più lontano, conoscendo facce, annusando profumi, assaggiando sapori e sentendo melodie di altri popoli, di altre culture, di altre terre.
Scopri di amare tutte quelle terre, di sentirti a casa e di accettare come tale ogni luogo ed ogni gente che ti permette di stare bene, entrano nel tuo cuore sicure di rimanerci.
Scopri un universo completamente nuovo e ti trovi a parlare della Tua terra dando da bere alla sete di coloro che ti hanno raccontato la loro; ti trovi a riscoprire i piaceri della tua terra, di portare in alto il vessillo della tua casa, di incominciare a notare le luci e i colori solamente quando li vedi brillare negli occhi dei tuoi ascoltatori.
E finisce sempre così: dopo un numero considerevole di viaggi ti trovi a varcare di nuovo la soglia di quel solito bar, rivedere le solite facce, sentire le solite canzoni e capire che, in fondo, anche se la tua voglia di viaggiare e di sete di mondo non è certo assopita, la tua terra ha assunto una tonalità nuova e non perchè ha subito un'evoluzione durante i tuoi viaggi, ma perchè, piuttosto, ti sei evoluto in seme di questa evoluzione, sarai tu, d'ora in poi a portare un pò di mondo nella tua terra, sarai tu a trasmettere, come un amplificatore, quello che il mondo ti ha cantato addosso .
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